Una foto di Popeye con me, il Giova e la sua compagna.

3 agosto 2002, una data che molti di noi ricorderanno a lungo: ero in Sardegna in campeggio, felice per aver incontrato da pochi minuti Memo sul bagnasciuga, quando sento il telefonino che suona: Il Rennone. Appena iniziata la conversazione sento che qualcosa non va, è emozionato, si scusa mille volte con me per avermi disturbato, ma che doveva per forza dirmi una cosa, che non avrebbe voluto..... Avevo capito che poteva essere successo qualcosa, ma quello che mi ha detto mi ha tagliato letteralmente le gambe: un incidente in moto... ad Ascoli Piceno... la dinamica ancora confusa... non volevo dirtelo... ma lo devi sapere... Antonio Nipoti è morto in un incidente di moto.

Nei primi secondi lo sgomento mi ha tolto la voce, ero sdraiato davanti alla tenda e non riuscivo a capire cosa mi aveva appena detto. Il primo pensiero è andato ad Arnolfo, padre meraviglioso, che aveva perso quello che di più caro aveva, poi è stato un susseguirsi di ricordi, pensieri e immagini.
Ci chiamavamo tutti e due Antonio, ocaioli, con la passione per le moto, ex rugbysti... fra me e lui c'era sempre stato un rapporto particolare.
Riattaccato il telefono sono rimasto qualche minuto in silenzio,  ripensando a "Popeye" e ai ricordi che avevo di lui, dai più idioti (era stato il primo a farmi vedere un cellulare Nokia con il logo Ducati al posto del canonico TIM che poi gli avevo prontamente copiato!) a quelli più recenti come quando, solo qualche settimana fa, rimasto a piedi per colpa della mia Ducatona, lo avevo chiamato per sapere se avrebbe potuto accompagnarmi a riprenderla: dopo 10 minuti mi aveva già richiamato per dirmi che un amico avrebbe potuto prestarmi un carrello, un altro un furgone, un altro ancora avrebbe potuto vedere di farla ripartire...e così via.
Ci eravamo incrociati con lui e con Arnolfo solo pochi giorni prima della mia partenza e mi aveva detto che appena avrebbe potuto avrebbe preso una moto "seria", e che appena rientravo si sarebbe andati a Monte San Savino insieme per fare  "due pieghe".
La moto l'aveva nel sangue da quando era piccolo, per lui i motori erano tutto, ricordo che 2 anni fa ero andato alla cronoscalata di Montieri a seguire un amico e mi ero imbattuto in lui in tuta che rideva.... mi aveva candidamente ammesso di aver fato una cazzata e di essersi sdraiato in una curva praticamente....inesistente!!
Conosceva tutti i luoghi "sacri del motociclismo toscano, Muraglione, Viamaggio, Bocca Trabaria, Bocca Seriola ecc...

Come non ricordare le immagini legate al rugby: la famosa cena della prova generale di agosto 2000 nell'Oca con Massimo Giovannelli e con la sua compagna in cui, orgogliosi della sua presenza, avevamo chiaccherato davanti a 4 o 5 bottiglie di vino che per il nostro mito passavano indenni ma che ci lasciarono piuttosto provati visto che a fine cena Popeye cercava di convincere il Giova, allora capitano della Nazionale, che in C2 il gioco era molto più violento che al loro livello.....
Aveva abbandonato la palla ovale  per un infortunio alla spalla dopo che aveva fatto parte della prodigiosa giovanile del Siveri (lui, Lampa, Baroncino, Berna, Tornesi ecc...) e che aveva debuttato in prima squadra come tallonatore all'età di 17 anni se non meno; spesso tornava al campo a "provare a rientrare in forma" e a salutare l'instancabile Arnolfo. Del rugbysta manteneva il carattere guascone, lo sguardo fiero e la voglia di fare casino, tanto che era uno dei motociclisti più famosi a Siena per il suo carattere estroverso.
Pensare che sia stato la tanto sognata Honda a portarcelo via è uno scherzo del destino, adesso sta a noi far sì che nessuno si dimentichi mai di chi era Antonio Nipoti.

Ci mancherai

 

Antoncino